13mila sono i quintali di pane che ogni giorno vanno sprecati, ed è proprio partendo da questo dato numerico e tangibile che abbiamo capito fosse giunto il momento di agire concretamente per cercare di limitare, se non fermare, questo spreco di pane.
Biova Project è semplice nella sua missione: trasformare il pane in birra.
Se questo vi sembra rivoluzionario va detto però che l’idea ottenere la birra dal pane raffermo risale all’antico Egitto, diamo quindi a Ramses ciò che è di Ramses, ma tutto nostro è certamente l’impegno di riproporre un’antica ricetta in chiave moderna risparmiando sullo spreco di energie e materia prima: infatti il pane per produrre Biova Beer è recuperato dall’invenduto di supermercati e panetterie.
L’impiego del pane, dal punto di vista produttivo, sostituisce una parte importante del malto d’orzo normalmente utilizzato e restituisce alla birra un sapore leggermente sapido, dissetante e unico: se si pensa che qualunque tipo di pane può essere trasformato in birra ecco che avremo ogni volta un gusto diverso, inedito e irripetibile in grado di rievocare anche profumi e tradizioni regionali.
Il progetto poi trova la sua concretezza nella sinergia tra tutti i protagonisti coinvolti: le panetterie e i supermercati donano il loro pane invenduto, noi ci occupiamo della raccolta e lo portiamo ai birrifici che lo trasformeranno in birra. Il cerchio si chiude quando la birra prodotta viene distribuita proprio da quelle panetterie e supermercati che hanno donato il loro pane.
Biova Project si sta rivelando una buona scommessa ma per renderla vincente è necessario che il movimento cresca sempre più. Cosa aspetti?
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